12 Mag Legittima vendetta
S. A. Cosby, Traduzione di Giuseppe Manuel Brescia, Noir, Rizzoli Milano, 2023 (orig. Razorblade Tears, 2021), Pag. 363, euro 19
Richmond e Virginia centrale. Poco tempo fa. I detective LaPlata e Robbins avvisano Ike Randolph che il figlio giornalista 27enne Isiah è stato assassinato insieme al coetaneo marito pubblicitario Derek Jenkins. Lui va al funerale con la cara moglie Mya, appena nominata tutrice legale di Arianna, la figlia dei due, pelle e capelli color del miele, tre anni, avevano pagato una donna per tenerla in grembo (maternità surrogata). Ike è un nero possente con un passato burrascoso, ha nove cadaveri sulla coscienza (per omicidio involontario trascorse sette anni al penitenziario di Coldwater, uscendone definitivamente il 23 giugno 2004) e non ha mai sopportato di avere un figlio gay, così si vergognavano a vicenda. Ormai possiede un’avviata azienda di manutenzione di campi e giardini nella contea, con 14 dipendenti e impegnativi contratti, ma è sconvolto, scopre che voleva un gran bene al figlio unico. Al funerale incontra l’altro padre, in una situazione analoga: Buddy Lee è un bell’uomo bianco, magro e segnato dalla vita; famiglia di delinquenti, cinque anni a Red Onion, separato dalla bella ex moglie Christine; anche lui ex carcerato, con una massa di capelli sale e pepe che gli arrivano alle spalle; vive da solo in una roulotte della contea, fa lavori precari, risulta un poco razzista e beve molta birra. I due ex galeotti non si stanno subito molto simpatici ma, trascorsi oltre due mesi senza notizie sui responsabili dell’omicidio (li hanno crivellati di colpi davanti a una vineria chic del centro storico di Richmond), decidono di provare a scoprire insieme chi e perché voleva morti i figli. Capiscono subito che è coinvolta la gang di confratelli razzisti in moto capeggiata dal violento Greyson e che molti cercano una ragazza che voleva raccontare al giornale della sua storia con un pezzo grosso. La baraonda sarà totale: mosse violente, morti o feriti in massa.
Prima di diventare ottimo scrittore Shawn A. Cosby (Contea di Mathews, Virginia, 1973) si è affaccendato in tutto: buttafuori, operaio, giardiniere, manager di ferramenta, montatore di palchi, addetto alle pompe funebri; ne ha fatto tesoro. Questo è il quarto splendido premiato romanzo (il secondo tradotto), narrato in terza varia, in evidenza sia talora l’acido resoluto criminale, in combutta con insospettabili, che quasi sempre i due padri “pentiti”: non sanno cosa avessero scoperto i ragazzi, solo che era una faccenda abbastanza grossa e, quando iniziano a ficcare il naso in giro, sono disposti a tutto “pur di trovare quei figli di puttana”, anche a sanguinare, visto che la potente letale rabbia pompa di nuovo nelle vene, un veleno che “ammazza certe parti di te”. Il titolo inglese richiama appunto le lacrime taglienti, nei legami familiari e non solo. Il titolo italiano è azzeccato, si tratta di un hard-boiled con revenge, una vendetta collettiva per redimersi da colpe genitoriali e affrontare “legittimamente” l’America prepotente di razzisti e omofobi, quei posti dove impera il ragionamento circolare, dove i pensieri ottusi sono confermati e rafforzati dal pensiero di gruppo. Particolarmente belle, in tal senso, sia le battute da galeotti che i dialoghi fra i due, un nero e un bianco attempati criminali, alla ricerca di sintonia sui figli omosessuali. I bianchi prediligono il country. Nel locale Garland’s tutto risuona, odora, risplende della mitica Judy. Ike ama sorseggiare (poco) rum con ghiaccio.