
14 Apr Vargas Llosa, un gigante della letteratura contemporanea
Se n’è andato un gigante della letteratura contemporanea. Mario Vargas Llosa ha attraversato i due secoli – quello “breve” e quello che stiamo vivendo, della crisi di civiltà -, con una passione creatrice e uno spirito tagliente straordinari. Il suo nome si avvicina a quello di altri giganti latinoamericani che amo molto. Jorge Amado, Alvaro Mutis, Jorge Luis Borges, Isabel Allende – fra gli altri – e, naturalmente, l’amato-odiato da Vargas Llosa, Gabriel Garcia Marquez. Ogni romanzo di Vargas Llosa, dalla Città dei Cani (1964) a Tempi duri (2019) è un’avventura travolgente, carica di emozioni, suspence, erotismo raffinato, avventura e sventura, vigliaccheria e sporcizia dell’animo umano, generosità e amore. Non hanno perso nulla, i suoi romanzi, con gli anni, della loro magica freschezza.
Non c’è dubbio che Vargas Llosa e Garcia Marquez abbiano una matrice comune. Quello che nel Maestro colombiano ha il tono della tragedia greca in quello peruviano assume quello della commedia. Vargas Llosa aveva fatto la tesi di dottorato su Garcia Marquez: ma poi, dopo le comuni simpatie per l’inizio della rivoluzione cubana, la rottura fra di loro, di fronte all’involuzione del regime, fu drammatica. Si dice anche per una questione sentimentale, culminata in uno scontro fisico.
Se si vuole tracciare un’identità politico-morale Vargas Llosa è stato un oppositore del Potere, comunque organizzato, ed è passato dalla speranza di un cambiamento generale all’esaltazione, come è stato scritto nelle motivazioni del Premio Nobel avuto nel 2010, “della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”.
Ma è soprattutto una grande conoscenza dell’animo femminile, non priva di un forte maschilismo latino, a fare della sua narrativa una grande avventura dei sensi. Come fa dire al protagonista de La zia Julia e lo scribacchino, “le raccontai tutta la mia vita, non quella passata ma quella che avrei vissuto in futuro”.
“Non si scrivono romanzi per raccontare la vita, ma per trasformarla, aggiungendovi qualcosa”, ha detto in un’intervista. La letteratura, come l’arte, è questo.