09 Giu Cattiveria in politica o cattiva politica?
di Zaira Belfiore
Cosa ci trasciniamo di anno in anno, ormai da decenni, in un malcontento generale?
Una serie interminabile di governi precari, accentuatasi da quello guidato da Matteo Renzi ad oggi, ha distrutto la fiducia nel sistema politico; ha rotto la laica alleanza tra governanti e governati. Sembra quasi che nessun paradiso promesso possa ormai ricostruire una relazione interrotta tra elettori ed eletti, tra proposta e consenso, tra visione e realtà.
Smussati (in superficie) i confini tra destra e sinistra, e a dirla come Alberto Mario Banti “con i più sentiti omaggi da parte dei leader politici e degli opinion makers di sinistra” che hanno agevolato “la virata pop del discorso pubblico anche nelle sue forme istituzionali”, oggi facciamo i conti con chi non sa gestire il proprio Potere.
Il fine giustifica i mezzi, la nota locuzione attribuita malamente a Niccolò Machiavelli, padre di tutti gli spin doctor dal Cinquecento in poi, ci riporta al complicato legame tra Politica, Potere e Morale. “In altri termini, la politica mantiene un rapporto con la morale oppure – come hanno sostenuto Machiavelli, Croce, Pareto – ubbidisce a un codice di regole diverso da quello della morale?” (Elementi di Politica, Norberto Bobbio).
Per provare a rispondere torniamo per un attimo all’Antica Grecia. Aidôs e Díkē sono stati i binari sui quali le faccende della Pólis si sono intrecciate in un complicato percorso per mantenere la diversità nel confronto pubblico. Aidôs e Díkē sono stati quei doni per lottare l’intrinseca natura distruttiva dell’uomo, homo homini lupus. Necessari entrambi per sospendere giudizio e conflitto. Senza Aidôs e Díkē, gli uomini non avrebbero potuto far circolare le proprie idee “in amicizia”. E fu, ad un tratto, l’aver tradito Aidôs a comportare la nascita della scuola cinica, ovvero quel filone di oratori che con impudenza vivevano denunciando il meccanismo corrotto che aveva portato alla morte Socrate.
Ritorniamo ai giorni nostri.
La società italiana entra nel ciclo del post-populismo, afferma il Censis. Sta attraversando quattro crisi: le conseguenze della pandemia; la guerra Russia Ucraina, l’alta inflazione, la morsa energetica. La globalizzazione come ha favorito la circolazione delle merci e delle persone così ha agevolato anche la libera circolazione dei virus; “l’immaginario collettivo si è abituato all’idea che tutto può accadere”. Questo forte e comune senso di precarietà ha incoraggiato un veloce e sferzante processo di incattivimento. La Società, dunque, si è incattivita. Disimpegno morale, egoismo, machiavellismo, narcisismo, superiorità psicologica, psicopatia, sadismo, interessi sociali e materiali, malevolenza: le 9 caratteristiche di quel Fattore D isolato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenaghen e che ha spiegato molti dei fatti più cruenti accaduti nell’ultimo decennio.
La verità è che la Politica, o più correttamente chi mal gestendo il proprio potere e il ruolo pubblico, è stata determinante nell’accelerare l’incattivimento della società. Ma il Potere è come la Legge: non ammette ignoranza.