08 Feb Non lavorare stanca
di Marco Palladini
1. Lavorare stanca già poetava Cesare Pavese
ma non lavorare forse anche di più,
anzi non lavorare stronca la psiche più del fisico
ché non riempie di senso il mondo tutto questo
non fare nulla ovvero questo fare il nulla
2. Nell’occidente capitalistico è forse
sempre stato impossibile pensare
alla piena occupazione, ma adesso
i poteri economici neppure si sognano più
di spacciare questa pia illusione,
la merce-lavoro si fa cosa rara, quasi fuori corso
e quelli che investono denaro
se lo giocano in Borsa oscillando tra toro e orso
3. Si sognava il paradiso di un lavoro liberato
si è finiti nell’inferno di un lavoro sparito
alcuni si aggrappano ancora al purgatorio
degli ammortizzatori sociali, ma il welfare state
è ormai in scadenza, la crisi appare, in evidenza,
irreversibile, ma dov’è un’alternativa possibile?
4. Dove sono finiti i fu-partiti operai?
Chi ha mandato al macero i concettosi libri
sulla teoria del conflitto tra capitale e lavoro?
Si coglie l’abisso epocale che intercorre
tra gli scioperati che boicottavano il lavoro
e gli scioperanti che oggi disperati
invece lo reclamano il lavoro? Anche qualunque?
5. Chi paga il conto di un sistema disfunzionale
che creava finti posti di lavoro?
Come si può in quest’epoca post-industriale
predicare la decrescita o l’abbondanza frugale
se poi la diseguaglianza è macroscopica e globale?
Chi stabilisce l’agenda del mondo
diffamato, infame o affamato?
Chi chiacchiera di giustizia e pace e democrazia
ma copre soltanto la logica indefettibile
quanto omicida del profitto e dei soldi?
Come scriveva Céline “per eliminare
la disoccupazione, elimineremo i disoccupati”?