13 Apr Italo Rota e l’Urgenza di Futuro
Italo Rota si è spento, nella sua amata Milano, il 6 aprile 2024.
Designer e architetto di fama internazionale, ha dato vita ad una produzione eclettica e multiforme, dalla promenade del Foro Italico a Palermo al Museo del Novecento a Milano, dall’illuminazione di Notre Dame a Parigi ai padiglioni per le Expo di Saragozza, Milano e Dubai.
Luca Molinari l’ha definito “un architetto unico nel panorama italiano ed europeo”; Stefano Boeri l’ha ricordato con parole alte: “le sue idee e visioni erano originali, inaspettate, a volte provocatorie, ma sempre di grandissima intelligenza”.
Personalmente ho conosciuto Italo nel 2017 e ho avuto il privilegio di diventarne amico.
Mi ha sempre colpito in lui l’ansia estrema nel costruire il Domani, una autentica urgenza di progettare il Futuro.
Nel privato siamo stati divisi da una divertente polemica, quasi un gioco, su un argomento estraneo alle nostre attività pubbliche: la Punteggiatura. Italo scriveva i suoi messaggi, a volte lunghi e articolati, senza utilizzarla affatto; questo per me, fanatico della virgola e dei due punti, era inaccettabile. Non credo che la sua abitudine fosse legata a intendimenti letterari o a derive joyciane: molto semplicemente aveva fretta, non voleva perdere tempo. Allo scoppio del Covid, insieme ad altri partner, varò CURA Connected Units for Respiratory Ailments: un progetto open-source e no-profit, per creare unità di terapia intensiva, velocemente pronte all’uso, riconvertendo container.
L’iniziativa era così presentata: “L’obiettivo è che possano essere rapidamente implementati nelle città di tutto il mondo, rispondendo prontamente alla carenza di letti in terapia intensiva negli ospedali e alla diffusione della malattia”.
Ancora, sotto un diverso profilo, l’impegno fattivo nel fare presto. Ha scritto in uno dei suoi ultimi interventi su Cultura Italiae: “Impegniamoci ogni giorno a fare quello che serve tutti i giorni e per sempre trovando soluzioni nuove per problemi nuovi e decisivi per la nostra permanenza sulla terra e convivenza con le altre specie la natura non è mai finita se frega degli umani”.
Mancherà Italo, manca già; evidentemente eravamo troppo lenti ed è andato avanti, lasciandoci più soli e con la sua stessa Urgenza di Futuro.