06 Giu Giacomo Matteotti: solitudine e attualità
Mercoledì 29, a Roma, al Teatro Porta Portese, si è svolta una presentazione del libro “Io vi accuso – Giacomo Matteotti e noi” di Concetto Vecchio. L’evento, organizzato da Malacoda e da Utet Libri, è stato un grande successo, con la partecipazione di tante amiche e di tanti amici della nostra comunità, nonché di personalità della Politica, del Giornalismo e della Cultura. Dopo la puntuale e intelligente introduzione di Zaira Belfiore, si è svolto un appassionante dialogo tra l’autore e Aldo Cazzullo, impreziosito dalle emozionanti letture di Tonino Tosto.
Il sottoscritto ha avuto il piacere di chiudere l’incontro, tirando alcune conclusioni, delle quali condivido qui l’assunto di fondo. Sia dal testo dell’opera, sia dai contenuti della discussione, una parola ha assunto una centrale rilevanza nei ragionamenti sulla figura di Giacomo Matteotti: la Solitudine. La solitudine del leader socialista, la solitudine della moglie, la solitudine della sua famiglia, la solitudine della sua memoria. Forse è proprio la Solitudine a farci sentire così vicina e attuale la figura del deputato veneto, perché anche oggi chiunque si discosti dal Mainstream, dal Pensiero Unico imperante è destinato a sentirsi solo. La Solitudine è un sentimento tipico di coloro che provano ad andare avanti, ad anticipare i tempi, ad esplorare terreni sconosciuti: una caratteristica ontologica del concetto di Avanguardia in senso lato. Sull’idea di Avanguardia ha scritto, magistralmente, Francesco Muzzioli, riproducendo la metafora militare: “L’avanguardia […] non dovrebbe essere vista come un drappello trionfalmente avanzante nel vuoto di nemici ormai in rotta, bensì come un gruppo infiltrato nel territorio ostile, da cui manda frammentari e fortunosi messaggi a un grosso da cui non riceve notizie e può anche darsi che sia in grande ritardo, se pure esiste ancora” (“Il Gruppo ’63”).
Giacomo Matteotti, con il suo enorme coraggio, con la sua dura solitudine, andando incontro al proprio destino, in un contesto di violenza, soprusi e viltà, certamente è stato Avanguardia.
Avanguardia è il Teatro Porta Portese, portato avanti da Tonino Tosto e dalla sua magnifica squadra, in un ambito di grande mediocrità e piccole bassezze.
Siamo Avanguardia, in tutta modestia, noi di Malacoda, che cerchiamo cocciutamente di combattere le nostre battaglie politiche e culturali in un “territorio ostile”. Ma le difficoltà stanno lì proprio a testimoniare la necessità del nostro impegno,
l’importanza della nostra tenacia nel mandare “frammentari e fortunosi messaggi” per la costruzione di un Domani migliore.