17 Lug Peter Sloterdijk, Grigio. Il colore della contemporaneità
Traduttore Gianluca Bonaiuti e Matteo Caparrini. Pagine 304. EAN 9788829718207
Marsilio Editori, 2023
Prima edizione 2022
Recensione di Aldo Premoli
Un libro straordinario. Non ci sono altri appellativi. Si può essere più o meno d’accordo con alcune angolazioni dell’argomentare, ma l’autore risulta assai convincente nel ribaltare il significato attribuito a questo colore generalmente ritenuto ”modesto”. In copertina dell’edizione italiana c’è un dettaglio di Impainting (gray) olio su tela del 1972 di Gerard Richter: un 70×50 cm battuto da Christie’s a Londra nel 2012 per oltre mezzo milione di dollari. Che c’entra? C’entra eccome perché è questo colore che dà il titolo al saggio Grigio. Il colore della contemporaneità. L’autore Peter Sloterdijk è rettore ed Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, dove ha pure due cattedre: filosofia ed estetica; insegna inoltre all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Sloterdijk è uno dei più importanti filosofi contemporanei e, date queste premesse, affrontare un suo scritto per un non specialista potrebbe sembrare scoraggiante. Al contrario, farlo significa percorrere un sentiero predisposto da un grande incantatore dotato di un prosa coinvolgente. Apprendiamo che Paul Cézanne non riteneva possibile considerarsi pittore senza aver affrontato su tela il grigio. Che Richter di tele monocrome dedicate a questo colore ne ha dipinte parecchie sviluppando una vera e propria meditazione. Ma non è un saggio di estetica questo libro: l’estetica è solo strumento della fenomenologia in cui Sloterdjik eccelle: lo scritto straborda in ogni ogni direzione, e, questo è parte del suo fascino, non conosce limiti dottrinali. Si può essere d’accordo con Sloterdijk circa il suo (disincanto ma profondo) entusiasmo per il pensiero di Heiddegger? Si può essere certi che il Purgatorio sia stato un’invenzione messa a punto per definire un territorio di riserva per la nascente borghesia mercantile? Un territorio appunto “grigio”, utilmente collocato tra l’oscurità assoluta (nero) dell’Inferno e la luce assoluta (bianco) associata al Paradiso luogo privilegiato dei santi? Di certo è impossibile rimanere indifferenti di fronte a certe affermazioni. Fra tutte spicca la sua sottolineata idiosincrasia per le tonalità rosso-brune della storia recente: cromie foriere di enormi tragedie con l’avvento di Stalin (teoria del socialismo in un solo paese) e Mussolini (marcia su Roma): per Sloterdijk le radici del male assoluto germinato contemporaneamente nel 1922, una data che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso.