La salute: bene comune

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Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma della Società Italiana Gestori del Rischio in Sanità.

NOTA:

La speranza di una vita più sana possibile è un bene comune dell’uomo e ci rappresenta tutti concordemente.

Il nostro fine è sempre stato quello di tendere alla migliore realizzazione e al mantenimento della nostra salute nella massima sicurezza.

Massima sicurezza di un sistema sociale e sanitario che potesse provvedere ai nostri bisogni in maniera universalistica, giusta  e qualificata. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è stato ed è uno dei massimi esempi di tale concezione.

Ora il Sistema sta implodendo e la coscienza comune dei cittadini non si è ancora resa conto fino in fondo della gravità del rischio di tale perdita. Appelli di Scienziati e di Società scientifiche stanno cercando di mobilitare tutti su tale tema.

Una società scientifica è un’organizzazione che promuove una disciplina, una professione o un gruppo di discipline correlate come le arti e la scienza”. Questa è la definizione facilmente reperibile in rete ma, nel promuovere un’arte o professione, è necessario conoscere e studiare come questa professione si sviluppa e modifica nel tempo. 

SiGeRIS  è una società scientifica  che si occupa di gestione del rischio nella sanità e per questo ci sentiamo in dovere di entrare all’interno delle diverse indicazioni sullo stato della sanità pubblica italiana. 

Partendo dall’analisi delle cause, che è quello che ogni gestore del rischio dovrebbe fare, non possiamo non riferirci al bisogno di salute.

Sembra scontato, ma già Maslow affermava che il bisogno di salute appartiene, teoricamente, alla sicurezza ma, di fatto, è un bisogno fisiologico tanto come respirare, bere, etc. Von Herder, filosofo tedesco, diceva non stimi mai un bene finché non lo perdi.

La salute è il bene più importante e il bisogno di salute è qualcosa che è insito fisiologicamente nel concetto di vita .

Fino a qui riteniamo ci sia un accordo comune, ma perché, allora, in pochi utenti si stanno allarmando per lo stato del nostro servizio sanitario nazionale (?). Perché il bisogno di salute, come tutti gli altri bisogni, è deprivazionale e quindi lo avvertiamo solo quando ci manca, non quando stiamo bene.  Questo potrebbe accendere un grosso dibattito sulla consapevolezza alla base delle scelte dei singoli e sullo stato della cultura, ma non è questa la sede. La possibilità di avere tra i migliori professionisti al mondo della sanità – nel 2019 Bloomberg posizionava l’Italia al quarto posto al mondo, con un’analisi che prevedeva molteplici indicatori e non solo la speranza di vita – a disposizione di chiunque ne abbia bisogno rappresenta un patrimonio che nessuno può discutere. 

I valori fondanti della nostra Costituzione trovano, oggettivamente, nella nostra assistenza sanitaria la più ampia espressione. 

Lo stesso percorso della regionalizzazione ci ha portato ad avere nella nostra nazione forti disparità tra una regione e l’altra e molti operatori della sanità lamentano una progressiva parcellizzazione delle metodologie delle conoscenze e, soprattutto, dell’organizzazione. 

Una sanità che abbia una base comune ed un’analisi dei dati unica in tutto il paese garantirebbe risultati di gran lunga migliori e più produttivi di quanto possano garantire la parcellizzazione e gli approcci per singole peculiarità. 

Può sembrare scontato ma oggi, secondo noi, serve un approccio metodologico più diffuso, un sistema organizzativo più condiviso e, soprattutto, un approccio assolutamente olistico. Approccio che una sanità pubblica con metodologie condivise renderebbe certamente al pieno e nel migliore dei modi possibili. 


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