10 Nov Scrittrici del Medioevo. Un’antologia
a cura di Gualberto Alvino
Per la fortunata collana «Studi superiori. Lingue e letterature romanze e medievali» dell’Editrice romana, Elisabetta Bartoli, associata di Filologia latina medievale e umanistica, Natascia Tonelli, ordinaria di Letteratura italiana (entrambe dell’Università di Siena) e Donatella Manzoli, associata di Letteratura latina medievale e umanistica alla Sapienza Università di Roma, tra le fondatrici del Centro di ricerca interuniversitario MedioEva per lo studio della letteratura femminile e della donna nelle letterature del Medioevo, curano magistralmente un florilegio di scritti firmati da quarantacinque scrittrici — tra note, meno note e completamente ignote — che si sono espresse in ben nove lingue dell’Europa medievale: latino, greco, italiano, francese, provenzale, medio-tedesco, ibero-romanzo, arabo, ebraico; testi tradotti e commentati da specialiste delle varie letterature (tra cui le stesse curatrici), e precisamente:
‒ Ugheburga, Vita di Willibald (di Lucia Castaldi);
‒ Gisla e Rotrude, Epistola ad Alcuino (di Donatella Manzoli);
‒ Eloisa, Lettera ad Abelardo (di Elisabetta Bartoli);
‒ Anonime di Tegernsee, Lettere d’amore (di Elisabetta Bartoli);
‒ Christine di Pizan, La città delle dame e Il sentiero del lungo studio (di Patrizia Caraffi);
‒ Teresa de Cartagena, Albereto degli infermi (di Paola Bellomi);
‒ Isotta Nogarola, Lettera a Guarino Veronese (di Antonietta Iacono);
‒ Alessandra Macinghi Strozzi, Lettera al figlio Filippo (di Natascia Tonelli);
‒ ʿĀʾisha bint Aḥmad al-Qurṭubiyya, Una leonessa sono (di Teresa Garulo);
‒ Wallāda bint al-Mustakfī, Sono fatta, da Dio, per la gloria (di Teresa Garulo);
‒ Anna Comnena, Alessiade (di Giulia Maria Paoletti);
‒ Nazhūn bint al-Qulay’ī, Di’ qualche parola a quell’uomo strisciante (di Teresa Garulo);
‒ Aš-Silbiyya, È arrivato il momento (di Teresa Garulo);
‒ Compiuta Donzella, Due sonetti (di Teresa Nocita);
‒ Teodora Sinadena, Regola monastica (di Giulia Maria Paoletti);
‒ Caterina da Siena, Lettera alla regina Giovanna d’Angiò (di Giulia La Rosa);
‒ Margherita Bandini Datini, Lettera al marito Francesco (di Monica Cristina Storini);
‒ Isotta Nogarola, Lettera a Damiano dal Borgo (di Antonietta Iacono);
‒ Anonima ebrea, Benedetto tu Signore re del mondo che mi hai fatta donna (di Erica Baricci);
‒ Erchenefreda, Lettera al figlio Desiderio (di Donatella Manzoli);
‒ Dhuoda, Manuale per mio figlio (di Donatella Manzoli);
‒ ʿĀʾisha bint Aḥmad al-Qurṭubiyya, Che Dio ti mostri in lui ciò che desideri (di Teresa Garulo);
‒ Trotula, Libro sulle malattie delle donne (di Elisabetta Bartoli);
‒ Doña Tolosana de la Caballería, Figlio mio, prima che il Signore ti generasse (di Erica Baricci);
‒ Moglie di Dunash ben Labrat (Anonima), L’amato ricorderà la graziosa sua cerbiatta? (di Erica Baricci);
‒ Umm al-Kirām bint al-Mut’asim b. Sumādih, Meravigliatevi, amici (di Teresa Garulo);
‒ Ḥamda bint Ziyād, Due poesie (di Teresa Garulo);
‒ Eloisa, Lettere ad Abelardo (di Elisabetta Bartoli);
‒ Azalaïs de Porcairagues, Eccoci ora giunti al tempo freddo (di Lucilla Spetia);
‒ Ḥafṣa bint al-Ḥājj ar-Rakūniyy, Due poesie (di Teresa Garulo);
‒ Azhūn bint al-Qulā’iya, Mio Dio, che belle sono le notti! (di Teresa Garulo);
‒ Marie de France, L’usignolo (di Patrizia Caraffi);
‒ Duchesse de Lorraine, Molte volte sarò stata accusata (di Lucilla Spetia);
‒ Comtessa de Dia, Due canzoni d’amore (di Lucilla Spetia);
‒ Castelloza, Due canzoni d’amore (di Lucilla Spetia);
‒ Ceccarella Minutolo, Lettera a Teofilo (di Marika Incandella);
‒ Rosvita di Gandersheim, Abraham (di Elisabetta Bartoli);
‒ Wallāda bint al-Mustakfī, Tre poesie (di Teresa Garulo);
‒ Trotula, Le malattie, le cure, la cosmesi (di Elisabetta Bartoli);
‒ Ildegarda di Bingen, Le cause e le cure. La creazione della coppia (di Michela Pereira);
‒ Baudonivia, Vita di Redagonda (di Donatella Manzoli);
‒ Cassia di Costantinopoli, Libri liturgici (di Laura Borghetti);
‒ Hadewijch, A lungo hanno taciuto gli uccelli (di Maria Rita Digilio);
‒ Mechthild von Magdeburg, La luce fluente della divinità (di Maria Rita Digilio);
‒ Margherita d’Oingt, Pagina di meditazioni (di Antonella Degl’Innocenti);
‒ Paola bat Avraham, Ricordo gli atti benevoli del Signore (di Erica Baricci);
‒ Merecina de Girona, Tu che sei benedetto, temibile e maestoso (di Erica Baricci);
‒ Isabel de Villena, Vita di Cristo (di Paola Bellomi);
‒ Lucrezia Tornabuoni, Laudi (di Ilaria Tufano).
Come si vede, sono numerosi i generi letterari rappresentati: l’epistolografia, l’agiografia, la storiografia, la manualistica, il teatro, l’epica, la poesia, l’autobiografia, la mistica, la satira, la preghiera, la trattatistica medica e filosofica e una regola monastica. Così nell’Introduzione: «Fin dall’alto Medioevo le donne, oltre a essere oggetto di letteratura, si fanno soggetto di scrittura, dapprima in lingua latina — un recentissimo censimento a cura di Bartoli e Manzoli conta oltre 300 autrici —, poi nei volgari che si andavano affermando e anche, sempre in Occidente, nelle lingue greca, ebraica, araba. Si tratta di un patrimonio multiforme e diversificato che, pur nelle specificità di ciascuna cultura, svela un appartato ma fitto mondo di scrittrici e poetesse. Il dato emerso costituisce un’inedita sorpresa: un esercito di donne — impressionante quasi quanto quello dei soldati cinesi di terracotta — che nel corso del Medioevo hanno affidato alla scrittura letteraria emozioni, timori, speranze, riflessioni e decisioni politiche. Questo esercito è ancora in larga parte sepolto: la voce di queste scrittrici merita decisamente ascolto» (pp. 11-12).
Il volume è articolato in sei nuclei tematici «scelti funzionalmente a una realtà letteraria diacronica e plurilinguistica» (p. 17): Capitolo I, L’educazione; Capitolo II, Il sé e il mondo; Capitolo 3, La maternità; Capitolo 4, L’amore; Capitolo 5, Il corpo e il sesso; Capitolo 6, La mistica e il sacro. Seguono una Tavola geografica e cronologica e un Indice alfabetico delle scrittrici.