
17 Giu Pittura di classe
di Aldo Premoli
Inequalities l’esposizione presente sino al prossimo novembre alla Triennale Milano raccoglie proposte di ricercatori e studiosi con proposte che si articolano intorno a due direttrici principali: la geopolitica e la biopolitica delle disuguaglianze.
Al piano terra, il Palazzo dell’Arte le riflessioni sulla geopolitica si concentrano su come i termini “ricchezza” e “povertà” si inseriscono oggi nella sfera della vita urbana. Al piano superiore, la biopolitica si focalizza sulle disuguaglianze sociali ed economiche a partire dall’osservazione della biodiversità dei e nei corpi sociali.
Design, grafica, video, installazioni di questo si compongono principalmente i nuclei espositivi qui presentati; ma c’è uno spazio “minore”, davvero sorprendente, dove appaino esclusivamente ritratti ad olio su tela: il titolo è Portraits of Inequalities. Pittura di Classe.

Allestita nello spazio un po’ isolato dell’Impluvium, la mostra racconta la storia della Ca’ Granda (l’Ospedale Maggiore di Milano) attraverso una quadreria che raccoglie una cinquantina di ritratti di benefattori donne e uomini, dipinti da artisti che hanno operato tra il Seicento e il Novecento.
Provengono dalla raccolta di proprietà dell’amministrazione ospedaliera, costituita da oltre 900 pezzi.
La compattezza di questa collezione la rende uno straordinario test per riflettere su come le classi privilegiate per secoli hanno inteso rappresentarsi con sfarzo esibito nell’atto di compiere il gesto della beneficenza nei confronti dei meno abbienti.

La quadreria si estende su due pareti ma i curatori, Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, con scoperta ironia, hanno isolato su una parete mobile contrapposta il ritratto di un esponente di altra classe sociale: ha la barba incolta, si appoggia a un badile, indossa abiti stracciati e sfoggia un sorrisetto sardonico, è un’opera settecentesca di Giacomo Ceruti, a Milano conosciuto come l’“Omero dei poveri”.
Sulla stessa parete mobile, ma dalla parte opposta, è invece isolata una tela che ha la funzione di accogliere il visitatore al suo ingresso: si tratta di un olio di anonimo lombardo del XVII secolo che raffigura una complessa scena di vita quotidiana all’interno del cortile della Ca’ Granda.
C’è un libro uscito in questi giorni in Italia, si chiama Storia per un domani possibile. Innovazione e cambiamenti. Stefano Boeri, che dell’intera esposizione alla Triennale è il coordinatore, lo raccomanda.
L’autore, il filosofo sociale Roman Krznaric, in queste pagine ricorda come conoscere la storia sia essenziale per costruire un futuro migliore: Portraits of Inequalities lo fa proprio questo attraverso le immagini raccolte.